domenica 22 Dicembre 2024

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Il futuro dell’idrogeno verde in Italia

Dove l’elettrificazione non è possibile, solo l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili potrà davvero aiutare ad accelerare la transizione energetica.
L’idrogeno verde è un alleato fondamentale nella decarbonizzazione di alcuni settori, tra cui l’industria chimica e altre attività energivore, quali la siderurgia e il cemento, l’aviazione e il trasporto marittimo.
E in Italia è uno dei vettori sostenibili a cui si sta guardando con maggior interesse, come testimoniato dall’istituzione della prima mostra-convegno interamente dedicata alla filiera dell’idrogeno: Hydrogen Expo

Parola dordine: transizione energetica

L’idrogeno rappresenta un modello di energia pulita: è l’unico combustibile che brucia producendo vapore acqueo. Per tale ragione sarà, da oggi al 2050, uno dei protagonisti della transizione energetica e delle energie rinnovabili.
L’Unione Europea ha deciso di puntare con convinzione sull’idrogeno verde per la decarbonizzazione, e anche l’Italia si è allineata, intravedendo un’opportunità cruciale per il paese. 

I punti di forza

L’Italia ha il potenziale per posizionarsi strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera: produzione, logistica e trasporto, industria, mobilità, residenziale. Il paese dispone infatti di operatori e aziende determinate, startup e PMI innovative e centri di ricerca di livello internazionale. E garantisce, in particolare, una rete capillare per il trasporto del gas e una presenza diffusa di fonti di energia rinnovabile.

Tra tradizione e innovazione

Dalla ricerca ai progetti industriali, l’Italia dell’idrogeno verde si impone per sviluppo di tecnologie e componentistica, come celle a combustibile ed elettrolizzatori. In merito ai secondi, il paese vanta una tradizione consolidata, grazie all’impiego in settori storici, come l’oreficeria.
Per quanto concerne, invece, la mobilità, diversi player italiani stanno sviluppando veicoli a idrogeno (da bus e camion a navi) e stazioni di rifornimento.

Lo stato dell’arte per l’idrogeno verde

Nell’aprile 2021, con la pubblicazione del testo definitivo del PNRR, si è previsto in Italia un investimento pari circa a 3,7 miliardi di euro per lo sviluppo di progetti riguardanti l’idrogeno.
In linea con la strategia europea, il paese si impegna a produrre e utilizzare l’idrogeno attraverso:

  • lo sviluppo di progetti flagship per l’utilizzo di tale elemento nei settori industriali hard-to-abate (siderurgia, vetro, carta e cemento).
  • La creazione di Hydrogen valley, riqualificando le aree con siti industriali dismessi, attraverso l’installazione di elettrolizzatori in prossimità di siti industriali e la distribuzione dell’idrogeno prodotto mediante sovra generazione da FER e/o impianti FER dedicati.
  • L’abilitazione all’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto pesante e su tratte ferroviarie non elettrificabili.
  • Il supporto nella ricerca e sviluppo e il completamento delle riforme per consentire l’utilizzo, il trasporto e la distribuzione di idrogeno.

Limiti e incertezze

Nonostante l’entusiasmo e le competenze messe in campo, in Italia manca ancora un chiaro indirizzo politico che favorisca importanti investimenti per l’avviamento di progetti sull’idrogeno. E a mancare è anche un quadro normativo e regolatorio utile soprattutto a garantire la sicurezza.
Per il momento, le principali indicazioni per lo sviluppo del mercato dell’idrogeno prevedono di ottenere un 2% di penetrazione dell’elemento nella domanda energetica finale e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 8 mton entro il 2030.

Il rapporto Irena

Superati questi ostacoli, la strada per la diffusione dell’idrogeno verde pare in discesa. Il nuovo rapporto sull’idrogeno pubblicato da Irena (International Renewable Energy Agency), organizzazione intergovernativa nata per favorire la transizione verso un sistema energetico più sostenibile, tratteggia un orizzonte decisamente positivo per la filiera.
L’innovazione tecnologica e l’economia di scala consentiranno infatti di abbattere i costi di produzione del nuovo vettore energetico. L’idrogeno, nel 2050, sarà prodotto per due terzi da fonti rinnovabili, con un valore che passerà dagli attuali cinque dollari al chilo a circa un dollaro.

Un monito per il successo

Per certificare le aspettative il rapporto formula alcune raccomandazioni, imprescindibili per la buona riuscita della transizione energetica:

  • creare un mercato dell’idrogeno con normative idonee,
  • stabilire uno standard internazionale che chiarisca il concetto di idrogeno verde e ne incentivi la produzione,
  • accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili per poter riservare un’adeguata quota dell’elettricità generata alla produzione di idrogeno verde. 

In conclusione, le prospettive di sviluppo sono nettamente incoraggianti, ma per la diffusione dell’idrogeno verde e la relativa rivoluzione energetica è necessario il coinvolgimento delle diverse realtà protagoniste, dal settore industriale a quello logistico, fino all’ambito civile.

Fonti: infobuildenergia.it, modofluido.hydac.it, huffingtonpost.it

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