L’utilizzo dei sensori intelligenti coinvolge sempre più da vicino il settore primario; il mercato di questi dispositivi nel giro di cinque anni raggiungerà infatti i 2.48 miliardi di dollari a livello globale.
E le innovazioni non riguardano solo l’agricoltura, ma anche l’allevamento.
La storia dei recinti invisibili
Lo sviluppo delle recinzioni virtuali (virtual fencing) rappresenta uno dei momenti centrali per il successo dell’Agritech. Le prime soluzioni prevedevano l’installazione di cavi fissi interrati, che circondavano l’area del pascolo. Un ricevitore collocato sul collare produceva un impulso elettrico a bassa potenza quando l’animale superava la “staccionata”.
Successivamente la ricerca si è spostata sull’utilizzo di GPS, che consentono ai recinti di essere invisibili e dinamici, senza la necessità di installare cavi.
Un segnale audio, associato ad un impulso elettrico, proveniente dal collare, reca fastidio all’animale dissuadendolo dal ripetere l’azione.
La Norvegia commercializza il primo recinto virtuale
Ed è questa la tecnologia sfruttata e commercializzata da un’azienda norvegese. La soluzione, gestibile attraverso un’app, prevede un’unità collegata al GPS, appesa al collo degli animali, in grado di dare uno stimolo negativo, preceduto da un segnale acustico, qualora il bovino o l’ovino si avvicini alla linea di recinzione.
Il recinto virtuale può essere gestito dal computer per delimitare le aree di pascolo salutari, escludere luoghi pericolosi o inadatti e monitorare in diretta e con precisione il bestiame.
Non da ultimo, il funzionamento dell’apparecchio, disposto sugli animali, è favorito dall’energia sostenibile prodotta da piccoli pannelli solari, resistenti al graffio e a movimenti bruschi.
Fonte: Adnkronos
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