Pipeline & Gas Expo, l’unica manifestazione europea interamente dedicata ai settori del midstream e delle reti distributive del gas, oil & water, apre i battenti domani (8 giugno) a Piacenza. Collateralmente alla parte espositiva, la fiera prevede un ampio programma di convegni di grande interesse e attualità, curati da Associazioni e Istituzioni.
In particolare, giovedì 9 giugno, la Sala A del quartiere fieristico di Piacenza Expo ospiterà un seminario dal titolo: “Reti gas e transizione ecologica: l’opportunità delle trenchless technologies”. Scopriamo significato e applicazioni di queste tecnologie trenchless.
La scelta terminologica
La traduzione letterale del termine ‘trenchless technologies’ corrisponde a ‘tecnologie senza trincee’. Un’altra espressione utilizzata è ‘No-Dig technology’, che significa ‘tecnologia senza scavi’, una delle metodologie più comuni per identificare tali tecniche.
In realtà solo una parte di questi sistemi consente di operare senza alcuna operazione di movimento terra, più in generale le metodologie prevedono l’esecuzione di scavi singoli, seppur di dimensioni e volumi ridotti. Ed è per questo che gli addetti ai lavori preferiscono utilizzare il primo termine indicato o, in alternativa, quelli di ‘tecnologia a scavi ridotti’ e ‘tecnologia a basso impatto ambientale’.
Perché a basso impatto ambientale?
Diversi studi hanno dimostrato come l’impiego di trenchless technologies riduca i costi socio-ambientali dell’80% e l’infortunistica sui cantieri del 67%.
Esse permettono di effettuare la posa, l’esercizio e la manutenzione delle reti dei sottoservizi riducendo al minimo lo scavo a cielo aperto, diminuendo così:
- la movimentazione del materiale,
- il traffico di mezzi pesanti,
- il tempo e lo spazio di occupazione del suolo pubblico,
- l’effrazione del manto stradale e l’impatto sulla viabilità,
- le interferenze con attività commerciali, residenziali o di svago.
Le trenchless technologies offrono quindi maggiore sicurezza al cittadino, grazie all’eliminazione dei pericoli legati agli scavi aperti; e tutelano la manodopera, a ragione delle condizioni meno gravose dei cantieri.
Le applicazioni
Le tecnologie trenchless consentono dunque la posa in opera di tubazioni e cavi interrati o il recupero funzionale di condotte interrate esistenti. Ma cerchiamo di elencare più nel dettaglio le diverse applicazioni:
- monitoraggio e controllo di servizi e/o reti interrate;
- nuova installazione di servizi interrati (reti di trasporto e distribuzione del gas e degli oli combustibili, acquedotti, fognature, reti di telecomunicazione o di distribuzione dell’energia elettrica);
- sostituzione o manutenzione di condotti o cavidotti interrati;
- risanamento non distruttivo delle tubazioni di scarico verticali e orizzontali interne agli edifici e di quelle non a vista delle piscine;
- difesa ambientale attraverso la bonifica di siti inquinati e l’isolamento di siti potenzialmente inquinanti;
- difesa del suolo, attraverso la stabilizzazione di pendii in frana, consolidamenti localizzati del sottosuolo;
- difesa e salvaguardia di aree potenzialmente archeologiche;
- realizzazione di cunicoli di aerazione per opere sotterranee (gallerie, impianti).
La classificazione
I campi d’impiego, come si può intuire, sono numerosissimi, ma in Italia si è sempre fatto scarso ricorso alle trenchless technologies. Esse possono essere suddivise in cinque gruppi sulla base delle loro caratteristiche:
- indagini conoscitive,
- perforazioni orizzontali guidate,
- perforazioni orizzontali non guidate,
- tecnologie associate,
- riutilizzo e sfruttamento di infrastrutture esistenti.
In sintesi, le trenchless technologies rappresentano l’innovazione tecnologica per diversi settori, in particolare quello delle costruzioni. E si caratterizzano per una sostenibilità a tutto tondo, che premia l’economia, l’ambiente e la qualità di vita.
Fonti: iatt.it, wikipedia
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