I chimici del Massachusetts Institute of Technology hanno creato un piccolo sensore capace di rilevare minime concentrazioni di etilene nella frutta allo scopo di prevenirne il deterioramento. L’etilene infatti è l’ormone vegetale che regola la maturazione dei frutti e tutti cambiamenti che ci consentono di nutrirci di esso. Grazie all’etilene la polpa si ammorbidisce per azione degli enzimi, l’amido viene in parte degradato, si accumulano zuccheri e scompaiono alcuni composti che influiscono sul sapore, tra cui i tannini.
I frutti, detti climaterici, maturano in risposta all’etilene che influisce sulla maturazione omogenea della frutta. Si tratta di mele e le pere, albicocche, cachi, meloni pesche, prugne e pomodori, ma anche di come banane, avocado, papaya e mango.
Frutta matura e non, un dato essenziale
I frutti climaterici possono essere raccolti dall’albero a giusta maturazione o anche prima che essa avvenga, così che possano essere trasportati anche a distanza maturando lungo il tragitto e lo stoccaggio. Ogni anno però tonnellate di alimenti freschi vengono gettate a causa del deterioramento durante il trasporto e l’immagazzinamento. Da questo è nata la necessità di lavorare a strategie che consentano di limitare le perdite. Il nuovo sensore progettato dal MIT rilevando le concentrazioni di etilene potrà essere usato proprio per monitorare lo stato di la frutta durante la catena di approvvigionamento, contribuendo a ridurre gli sprechi alimentari.