La formazione di voragini, spesso connessa ad anomalie elettriche ed elettromagnetiche del sottosuolo, è uno dei nuovi rischi per le nostre città, sottoposte nel secolo scorso ad una violenta urbanizzazione.
La tecnica della prevenzione
Diventa dunque sempre più urgente lo sviluppo di strumenti che garantiscano un’accurata analisi del sottosuolo di infrastrutture stradali e spazi pubblici.
E tecnologia e innovazione rappresentano la soluzione ideale in termini di indagine e prevenzione del suolo urbano.
L’ecografia del sottosuolo
Individuare gli elementi di pericolo e rendere sicure le aree a rischio e quelle trafficate è oggi possibile grazie alla combinazione di diverse tecnologie: radar, sensori, prospezioni geofisiche, satelliti, droni e velivoli.
Tutto ciò consente di prevenire voragini, frane e smottamenti attraverso una sorta di “ecografia” del sottosuolo condotta su diversi livelli di approfondimento.
Il progetto Muse
Sulla base di queste riflessioni nasce il progetto Muse (Multi-sensor Services), attuato da Enea in collaborazione con Ingv, Consorzio Hypatia, Superelectric, Ylichron e G-Matics.
L’attività di Muse, in scena a Roma, prevede dunque un protocollo di analisi delle aree urbane e delle anomalie geomorfologiche per rilevare la presenza di vuoti di diversa origine e sprofondamenti del suolo per emersioni di cavità sotterranee. In altri termini, per rilevare la presenza di tutte quelle attività che precedono la formazione di vere e proprie voragini in superficie.
Perché la sicurezza delle nostre città è una questione tutt’altro che superficiale.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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