sabato 27 Aprile 2024

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Mar Mediterraneo: sensori sottomarini per il monitoraggio del riscaldamento globale

Il mare è il termosifone del pianeta, esso accumula una grande riserva di calore che fornisce energia al clima. Il Mediterraneo, in particolare, è un’area molto sensibile ai cambiamenti climatici. Risulta infatti il bacino con il tasso di riscaldamento e di variazione di salinità maggiori al mondo. Per tale ragione è considerato dagli scienziati come una cartina al tornasole del riscaldamento globale degli oceani.

Medfever: misurare la “febbre” del mar Tirreno

Sulla base di queste riflessioni, l’associazione MedSharks, in partnership con ENEA, ha dato vita al progetto Medfever per il monitoraggio della temperatura del mar Tirreno. 

Tale monitoraggio è favorito da una rete di sensori-termometro sottomarini che consentono di registrare in modo continuativo la temperatura del mare. 

A differenza dei satelliti, i sensori permettono di misurare l’intera colonna d’acqua, essendo collocati sia a largo che sotto costa. La loro installazione, in dieci siti strategici, ha coinvolto le seguenti regioni: Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Un’indagine cruciale per diversi settori

I dati raccolti offriranno informazioni rilevanti riguardo all’impatto del surriscaldamento globale sugli ecosistemi acquatici. Interesseranno inoltre tutti coloro che risultano coinvolti nella gestione e nell’utilizzo dell’ambiente marino.

Infatti, l’indagine si propone sia di conoscere lo stato del mare sia di misurare l’impatto del riscaldamento sui settori ad esso connessi come il turismo, i trasporti e il commercio marittimo. E anche sulla produzione di energia dalle correnti e dalle onde marine.

Un progetto di Citizen science

Il necessario coinvolgimento della cittadinanza è evidente sin dall’attuazione del progetto, che ha previsto una modalità di partecipazione pubblica. L’installazione dei sensori ha infatti richiesto la collaborazione di un gruppo di subacquei volontari di dieci diving center.

La speranza è che ad una rete di monitoraggio volontario si sovrapponga una rete sempre più ampia di consapevolezza e di attività virtuose condivise dall’intera comunità per la tutela dei mari e dell’ambiente.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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