Poter impiegare sensori che sostituiscono l’attività dell’occhio umano. E’ questo un obiettivo di cui si cerca il continuo superamento e l’asticella del traguardo viene continuamente spostata. Un passo importante è stato fatto grazie a quelli che si comportano come occhi umani ovvero che utilizzano pixel indipendenti l’uno dall’altro e asincroni: ogni pixel viene attivato solo se avviene un cambiamento nella scena oggetto dell’osservazione, come un nuovo movimento o un nuovo evento.
Questo cosiddetto approccio “basato sugli eventi” rompe con la maggior parte dei sistemi di acquisizione video, che sono progettati come telecamere per video o cinema, cioè che prima registrano tutti i dati e gli strumenti di analisi e poi li risolvono. Ciò richiede un consumo energetico e una potenza di calcolo molto elevata. Con il nuovo sistema della francese “Propheese – Metavision” invece si riduce la potenza richiesta dal sensore (meno di 10 mW), nonché la sua latenza e la potenza necessaria per l’elaborazione dei dati (acquisizione di dati grezzi da 10 a 1000 volte meno). Non si tratta di semplice velocità fine a se stessa. Questa nuova tecnologia può essere utilizzata per il conteggio (degli oggetti), per la misurazione (di vibrazioni), per l’ispezione di superfici, per la saldatura laser automatica e apre dunque a miglioramenti e più ampia efficienza in svariati campi di utilizzo. E’ realmente passo avanti e infatti ogni prodotto derivante da questo nuovo approccio è protetto da brevetti internazionali in decine di paesi al mondo.
La start up è francese e guidata da un italiano, Luca Verre, e ha raccolto la massima attenzione di aziende come Renault-Nissan o Fujitsu. I prodotti sono utilizzati in un centinaio di centri di ricerca per scopi che vanno dall’ ultra piccolo, come i sensori microrobotici per la chirurgia, all’ultra-grande, in particolare l’osservazione dei detriti satellitari.
(Fonte: Industria Italiana)