giovedì 10 Ottobre 2024

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“Occhi aperti” sui nuovi sensori ottici che provengono da un ingegno italiano

Poter impiegare sensori che sostituiscono l’attività dell’occhio umano. E’ questo un obiettivo di cui si cerca il continuo superamento e l’asticella del traguardo viene continuamente spostata. Un passo importante è stato fatto grazie a quelli che si comportano come occhi umani ovvero che utilizzano pixel indipendenti l’uno dall’altro e asincroni: ogni pixel viene attivato solo se avviene un cambiamento nella scena oggetto dell’osservazione, come un nuovo movimento o un nuovo evento.

Questo cosiddetto approccio “basato sugli eventi” rompe con la maggior parte dei sistemi di acquisizione video, che sono progettati come telecamere per video o cinema, cioè che prima registrano tutti i dati e gli strumenti di analisi e poi li risolvono. Ciò richiede un consumo energetico e una potenza di calcolo molto elevata. Con il nuovo sistema della francese “Propheese – Metavision” invece si riduce la potenza richiesta dal sensore (meno di 10 mW), nonché la sua latenza e la potenza necessaria per l’elaborazione dei dati (acquisizione di dati grezzi da 10 a 1000 volte meno). Non si tratta di semplice velocità fine a se stessa. Questa nuova tecnologia può essere utilizzata per il conteggio (degli oggetti), per la misurazione (di vibrazioni), per l’ispezione di superfici, per la saldatura laser automatica e apre dunque a miglioramenti e più ampia efficienza in svariati campi di utilizzo. E’ realmente passo avanti e infatti ogni prodotto derivante da questo nuovo approccio è protetto da brevetti internazionali in decine di paesi al mondo.

La start up è francese e guidata da un italiano, Luca Verre, e ha raccolto la massima attenzione di aziende come Renault-Nissan o Fujitsu. I prodotti sono utilizzati in un centinaio di centri di ricerca per scopi che vanno dall’ ultra piccolo, come i sensori microrobotici per la chirurgia, all’ultra-grande, in particolare l’osservazione dei detriti satellitari.

(Fonte: Industria Italiana)

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