Per 12,5 ettari di vigne sulle preziose colline del barolo, bastano cinque o sei sensori che, come una sofisticata colonnina meteo, rilevano dati come la direzione del vento, l’umidità del suolo, il punto di rugiada. Poi, trasmettono a chi interpreta i grafici e sa quanti trattamenti fitosanitari deve dare o evitare di alle sue viti, oppure quanta acqua. Con un notevole risparmio di prodotti e di manodopera. Non è questa la novità, la novità è che il progetto è promosso da Tim, coinvolge la rete 5g, ed è un vero e proprio esperimento per la digitalizzazione delle aree rurali. Si chiama “Smart Agriculture” e intende portare le innovazioni e i vantaggi dell’Internet of things nelle campagne italiane.
Per diffonderli Tim ha già fatto due importanti accordi con le associazioni degli agricoltori, uno con Coldiretti e l’altro con Confagricoltura. La prima differenza col passato è che se i primi sensori nella smart-agriculture risalgono almeno al 2015, fino a oggi occorreva rivolgersi a esperti agronomi per scaricare prima e interpretare poi i dati raccolti. Con il nuovo progetto Smart Agriculture gli imprenditori agricoli hanno a disposizione anche il programma di interpretazione e lettura dei dati per un reale controllo in tempo reale.
(Fonte: Il sole24ore)