Una delle principali preoccupazioni per la salute deriva oggi dai cibi: ci preoccupa la presenza, dovuta all’esposizione ambientale, di contaminanti microbiologici e chimici nei prodotti alimentari. In altri casi, sono invece i metodi di produzione agricola e il processo delle materie prime a preoccuparci: forse può incidere negativamente sulla loro qualità e porre seri rischi per la salute di noi consumatori.
Monitoraggio dei contaminanti con il prototipo h-Alo
La soluzione, o almeno una delle possibili soluzioni, sembra poter essere il sensore h-Alo – ancora allo stadio prototipale – che permetterà di effettuare un monitoraggio precoce di molteplici contaminanti in diversi punti di controllo delle catene di produzione e distribuzione dei prodotti alimentari.
Sarà validato anzitutto in laboratorio effettuando un accurato confronto con le performance dei metodi di riferimento oggi disponibili.
Come funziona?
Si tratta di un sensore che rileva e misura l’intensità della luce, per monitorare la qualità e la sicurezza di alimenti ottenuti da catene produttive a filiera corta e da metodologie agroalimentari sostenibili come latte, miele e birra artigianale. È un progetto di ricerca del CNR in partnership con Confagricoltura e altri.
Cosa prevede?
Il progetto si propone di impiegare protocolli di preparazione dei campioni facili, veloci e adattabili a diverse tipologie di alimenti. I dati raccolti in cloud verranno gestiti mediante smartphone per garantire un monitoraggio capillare e anonimo distribuito lungo tutta la catena di valore dell’alimento.
Il progetto consta di un’esperienza pregressa che consente già di identificare con velocità antibiotici, tossine e proteine presenti nel latte, direttamente nelle stalle e nei siti di lavorazione e pastorizzazione per garantire sicurezza e qualità in tavola.
Potrebbe interessarti anche: