giovedì 25 Aprile 2024

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Misurare l’ossigenazione del sangue

Gli ossimetri o pulsiossimetri o saturimetri sono tra gli strumenti di misura quelli che maggiormente hanno attuato in questi mesi il salto dal campo specialistico a quello domestico. La misurazione e il controllo del livello di ossigenazione del sangue è infatti divenuta se non proprio una prassi quotidiana un’attività degna di attenzione. Morale: un saturimentro non manca più quasi in ogni casa. Su cosa si basa e come funziona questo apparecchio?

Il saturimetro (detto anche pulsiossimetro od ossimetro) è uno strumento che consente di misurare e monitorare il grado di saturazione di ossigeno consentendo di valutare la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico (definita con la sigla “SpO2“) e, contemporaneamente, di misurare anche la frequenza cardiaca del paziente.La sua diffusione deriva dalla sua semplicità di utilizzo e dal fatto che si tratta di una metodica non invasiva e completamente indolore su qualsiasi tipo di paziente, inclusi neonati, bambini e anziani.

E’ costituito da:

  • Una sonda forma di pinza che effettua la misurazione e che deve pertanto essere messa a contatto col paziente su un dito di una mano (in alternativa è possibile posizionarla sul lobo dell’orecchio); nei neonati, invece, la posizione prediletta è rappresentata dal piede.
  • Una unità di calcolo e di elaborazione dati che raccoglie i dati dalla sonda e manda il risultato numerico ottenuto all’apposito monitor di cui lo strumento è dotato, entrambi accorpati in un’unica componente.

Il principio di funzionamento è quello della spettrofotometria. La sonda, infatti presenta due diodi fotoemittenti su un braccio della pinza ed un rilevatore sul braccio opposto. I due diodi emettono fasci di luce a precise lunghezze d’onda che ricadono nell’intervallo della luce rossa e infrarossa che vengono assorbite dall’emoglobina:

  • L’emoglobina legata all’ossigeno (ossia, l’ossiemoglobina – HbO2) assorbe soprattutto nella luce infrarossa
  • L’emoglobina non legata (Hb), invece, assorbe soprattutto nella luce rossa.

Sfruttando questa differenza di assorbimento fra l’emoglobina legata all’ossigeno e quella non legata, misurando e analizzando la differenza fra la quantità di radiazione luminosa emessa dai diodi e quella finale rilevata dal rilevatore, l’unità di calcolo è in grado di elaborare e infine fornire il valore di saturazione di ossigeno che verrà visualizzato sul display.

La saturazione di ossigeno nel sangue è un indice ematico che permette di stabilire il grado di funzionalità respiratoria dell’individuo. In riferimento ai valori della saturazione, quando questi sono superiori al 95% sono da considerarsi normali. Se il paziente presenta valori inferiori alla sotto del 95% si è in presenza di ipossiemia. In funzione del grado di saturazione di ossigeno, essa può essere definita:

  • Lieve, quando i valori sono compresi fra il 91% e il 94%;
  • Moderata, quando i valori sono compresi fra l’86% e il 90%;
  • Grave, quando i valori sono uguali o inferiori all’85%.

Sono numerose le possibili applicazioni del saturimetro ma diciamo che in generale esso può essere impiegato ogniqualvolta si renda necessario misurare in maniera rapida e costante grado di saturazione di ossigeno e la frequenza cardiaca del paziente.

Fonte: nurse24.it

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