domenica 22 Dicembre 2024

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Sensori impiantabili: il tatuaggio d’oro per la diagnosi medica

Vi avevamo parlato della necessità di un rapporto sempre più stretto tra tecnologia e medicina. E anche di un approccio meno invasivo, legato all’utilizzo della luce e delle nanosonde.

Un ulteriore passo in avanti, in questo senso, è descritto dallo studio pubblicato sulla rivista Nano Letters da un team di scienziati della Johannes Gutenberg-Universität Mainz.

Sentinelle della salute

Si tratta di un sensore impiantabile sottopelle, realizzato con nanoparticelle d’oro, che, rivestito con una serie di recettori, può consentire il monitoraggio dello stato di salute del soggetto.

Ma cosa sono i sensori impiantabili? Sono dei dispositivi che trasmettono costantemente informazioni sui valori vitali e sulla concentrazione di sostanze o farmaci nel corpo. Servono dunque a monitorare la progressione della malattia e l’efficacia dei trattamenti.

Una colorazione indicativa

Fino ad oggi, il vero limite dei sensori impiantabili era la scarsa durata (pochi giorni o settimane).
Grazie alle nanoparticelle d’oro, i sensori potranno invece resistere per diversi mesi.

Le nanoparticelle d’oro fungono da antenne per la luce e cambiano colore reagendo alle alterazioni dell’ambiente circostante. L’utilizzo di uno speciale dispositivo di misurazione permette di rilevare il colore delle stesse attraverso una modalità non invasiva.

L’esperimento

I ricercatori hanno sperimentato i sensori sotto la pelle dei ratti nudi.
Il monitoraggio dei cambiamenti di colore nei sensori, dovuti ai recettori specifici presenti sulla superficie delle nanoparticelle, ha infatti segnalato la somministrazione di varie dosi di antibiotico nei ratti.

Ciò accade perché il sensore viene incorporato da minuscoli vasi sanguigni, che crescono subito dopo l’impianto e trasportano le molecole del farmaco tramite il flusso sanguigno.
Va segnalato, inoltre, che ciascun dispositivo viene rivestito in idrogel poroso per impedire che le nanoparticelle si muovano o vengano danneggiate dalle cellule del sistema immunitario. 

Gli sviluppi futuri

I ricercatori paragonano il sensore a nanoparticelle d’oro a un tatuaggio invisibile, poco più grande di un centesimo e più sottile di un millimetro.

Ma, più di tutto, sottolineano le preziose opportunità di questo nuovo dispositivo. In futuro, infatti, i sensori impiantabili potranno garantire l’osservazione simultanea della concentrazione di diversi biomarcatori o farmaci nel corpo. E potranno trovare applicazione nello sviluppo di farmaci, nella ricerca medica, nella gestione di malattie croniche o nel monitoraggio di un percorso terapeutico

Fonti: eurekalert.org, focus.it

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